La supervisione è un percorso formativo e di crescita personale per coloro che lavorano nei contesti educativi e formativi (educatori, insegnanti, formatori) e, più in generale, per chi lavora con la relazione d’aiuto che pone davanti all’impegno di dover sostenere situazioni talvolta difficili da gestire.
Spesso la responsabilità di cui il professionista si fa carico durante l’orario lavorativo lo accompagna, poi, anche durante il resto della giornata. La supervisione, rappresenta quindi per il professionista, un momento di attenzione a sé e ai propri bisogni; è uno strumento per costruire ambienti di lavoro più confortevoli.
Nelle diverse équipe educative si è sempre presi dai “contenuti”, dai progetti e dagli interventi che non permettono di soffermarsi ad analizzare le diverse dinamiche relazionali che si instaurano fra colleghi. Sono però queste dinamiche che molte volte condizionano le relazioni impedendo di costruire un buon clima di lavoro. Tutto ciò si risente maggiormente nei contesti educativi, dove la comunicazione è un elemento primario in tutti i rapporti che si instaurano nei diversi livelli: fra colleghi, con gli utenti (minori e adulti), con le famiglie e con il coordinatore.
La supervisione relazionale vuol creare uno spazio ed un tempo di confronto e di ascolto per sciogliere le tensioni, per trovare delle modalità sane di espressione e di relazione e per riuscire a lavorare in sintonia.
L’obiettivo è favorire la riflessività sull’azione cioè il processo di rielaborazione dell’esperienza professionale, e permettere di offrire agli operatori un supporto che sappia rispondere ad esigenze di meta riflessione sul proprio lavoro.
Una possibilità di apprendimento dall’esperienza, di confronto e di integrazione tra teoria e prassi, di identificazione del proprio ruolo professionale.
Attraverso la supervisione si offre la possibilità di riflettere sul proprio lavoro in modo obiettivo, ma anche di trovare sostegno e una guida nelle situazioni di impasse.