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La terapia di gruppo nelle dipendenze

La terapia di gruppo nelle dipendenze

La terapia di gruppo è uno degli approcci principali utilizzati nel trattamento delle dipendenze patologiche, tra i più rilevanti e riconosciuti dalla letteratura scientifica.

La dipendenza patologica o (addiction) consiste in una particolare condizione sindromica caratterizzata dalla ricerca ricorrente e reiterata del piacere derivante da uno specifico comportamento di dipendenza associata all’abuso, al craving e al disagio clinicamente significativo dell’astinenza e della  messa  in atto compulsiva nonostante le possibili conseguenze negative (Vincenzo Caretti, 2005).

L’esperienza clinica suggerisce che siano preferibili la combinazione, dei trattamenti individuali associati a quelli di gruppo, in modo particolare con le problematiche legate alle dipendenze.

I gruppi forniscono ai pazienti di acquisire informazioni sulla dipendenza  e sul suo trattamento.

I pazienti ricevono forza e speranza anche dagli altri partecipanti al gruppo, imparano a beneficiare del sostegno sociale e si sentono valorizzati.

Chi partecipa a questo clima porta all’incontro un atteggiamento di disponibilità a seguire la propria esperienza diretta, cosicché una nuova consapevolezza o l’interscambio con l’io del momento muta lentamente il loro modo di essere nel mondo; nel quale  i terapeuti  portano la loro capacità di vivere ed esprimere agli altri la propria autentica cura e sensibilità.

Egli dovrà ascoltare in modo tale da percepire il senso delle espressioni verbali e non verbali di ciascuno e le emozioni da queste suscitate nell’interessato e nell’insieme del gruppo. Il terapeuta dovrà accompagnare la singola persona, filtrando via via le complicazioni che si sviluppano nella persona o nel gruppo e riuscendo a tenere la comunicazione sulla scia del significato che il processo ha per la persona e per il gruppo.

Obiettivo di questo modo di ascoltare non è solo di entrare in contatto con le emozioni, ma anche di seguire la scoperta da parte di ciascuno, della ricchezza esperienziale di ciascun momento.

Infine al terapeuta si chiede di portare nel gruppo un atteggiamento di attenzione non valutativa né giudicante per i singoli partecipanti. Questo atteggiamento nasce dalla fiducia nella capacità di ciascuno di conoscersi e di trovare il ritmo e la direzione giusta del proprio cambiamento. Questo tipo di accettazione si applica anche al gruppo nel suo insieme e alla capacità dei partecipanti di sviluppare un potenziale terapeutico (Rogers , 1970).

Gli aspetti motivazionali possono essere il focus centrale delle azioni, il counselling deve agire come promotore, dall’interno della persona, di una prospettiva di autoriflessione e conseguimento di orientamento verso il cambiamento. L’atteggiamento  nel processo di elicitazione delle motivazioni e di rinforzo al cambiamento, procede con modalità di ascolto riflessive, empatiche, che restituiscono selettivamente e, possibilmente, amplino le incongruenze percepite dalle persone.

Le aree tematiche del trattamento gruppale offerto  deve essere orientato verso tutte le aree della vita nella e quali siano percepite difficoltà o curiosità, e assolutamente non esclusivamente in quelle inerenti il consumo/abuso di sostanze stupefacenti. In questo senso è estremamente rilevante un’attitudine “ pedagogica”, ovvero la capacità di spiegare e favorire cambiamenti consapevoli attraverso l’apprendimento e la sperimentazione di nuove modalità comportamentali. Il trattamento si occupa dei comportamenti legati alla dipendenza e dei pensieri e sentimenti che sembrano incoraggiarli e sostenerli o che ne sono il risultato.

Con le addiction  il gruppo permette di superare i sentimenti molto comuni come l’isolamento, il senso di fallimento, la colpa, l’umiliazione le vergogna nel perpetuare il comportamento incontrollato senza capacità di porvi fine. Il gruppo porta a superare la negazione, che è un tratto tipico di addiction, Può aiutare i pazienti a identificare le difese che vengono usate come la razionalizzazione del comportamento, il minimizzare la tendenza a rifuggire dalla responsabilità personale.

Bibliografia.

C. Rogers. I gruppi di incontro. Casa Editrice Astrolabio, 1976

V. Caretti D. La Barbera, Le dipendenze patologiche. Raffaello Cortina Editore, 2005.